Riforma 2020, la Lega Ciclismo denuncia l’UCI alla Commissione Europea
Anche la Lega Ciclismo porta l’UCI al vaglio della Commissione Europea. Dopo quanto annunciato nelle scorse settimane da Velon, che denunciava un comportamento scorretto dei vertici di Aigle, questa nuova grana arriva dall’Italia, con una denuncia presso la Commissione Europea “contro pratiche restrittive poste in essere dall’Unione Ciclistica Internazionale in violazione dell’art. 101 Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea”. La richiesta è sostanzialmente un modo per “invitare la Commissione Europea ad indagare sul modo in cui l’UCI ha implementato le normative esistenti, anche e soprattutto di una nuova emanazione, le quali parrebbero tese a favorire gli interessi commerciali dell’UCI a danno dei team e degli organizzatori”.
Dopo aver già lanciato un primo grido d’allarme a maggio nel vedere concretizzarsi alcune delle proposte ritenute maggiormente dannose per il movimento, specialmente italiano, la Lega torna dunque a puntare il dito in maniera molto vibrante contro la Riforma 2020 “dai profili incerti e pesantemente penalizzante per tutto il movimento di base – non solo italiano – e per tutto quelle categorie di gare e squadre appena al di sotto del WorldTour”. Una riforma nella quale “risulta del tutto assente il merito sportivo, privilegiando esclusivamente i contenuti economici, soprattutto a vantaggio dell’UCI, che agisce da soggetto imprenditoriale e non da organismo regolatore, dimenticando i propri valori statutari e di essere la Federazione delle Federazioni”.
Segue il comunicato integrale con cui la Lega Ciclismo annuncia di aver sporto denuncia per abuso di posizione dominante contro l’UCI in merito alla Riforma.
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